Numero uno. Essere abbastanza ricchi o abbastanza fortunati da trovare una promo e alloggiare all’Avenida Palace, nel cuore della città
Numero due. Comperare azulejas, le piastrelle azzurre che rivestono le principali palazzine della città.
Numero tre. Salire in tram nella parte alta della città e andare a sentire il fado nei cortili.
Numero quattro. Pasticcini e porto alle cinque del pomeriggio
Numero cinque. Prendere il treno fino Cascais, per fuggire dalla città deserta la domenica mattina.
Numero sei. Percorrere la strada panoramica affacciata sulla spiaggia fino a Estoril.
Numero sette. Addormentarsi al sole cullati dal rumore dell’oceano e farsi sommergere da un’onda anomala. (Quindi tornare a Lisbona salati come il bacalao )
Numero otto. Capitare a Lisbona proprio la domenica della maratona. Se sei un runner, l’atmosfera è impagabile. Anche se sai che tu una maratona non la correrai mai.
Numero nove. Il bacalao. Tutto il resto è noia culinaria, avec sa garniture.
Numero dieci. Ricordarsi di aver seguito un corso di portoghese all’Università, ma non ricordarsi nemmeno una parola della lingua.