Andrea del Pravda ci ha portato chef Fabbro. Fabbro ci ha portato me. Che il potere del passaparola sia con me! ok vi avverto è fuori dalla topografia. Cioè dalla mia topografia. Ma vale l’attraversamento di mezza città. Via Rubens, più o meno di fronte all’hotel omonimo, vedi un localino con vetro decorato con foglie satinate. Entri e si apre un open space con boiserie e tavoli su cui sono state stampate foto sgranate o meglio macro, come direbbero i tecnici. C’è anche un secondo piano molto silenzioso, con pavimento rosso lacca e vasi in plastica di design. Con il mio fidanzato abbiamo scelto un tavolino appartato, romantico, in un angolo. Molto silenziosi, di quei posti in cui sussurri. Quello che ho notato è che i tavoli sono posti a notevole distanza l’uno dall’altro. Pochi tavoli, grandissima cortesia e ottimo servizio.
Ho scelto diverse pietanze che non avevo mai assaggiato: involtino malese fritto con pollo e gamberi, dim sum di verdure miste, panini cinesi e calamari saltati con verdure esotiche. Tutto delizioso e leggerissimo.
Presto tornarci mille altre volte.